Il boss della droga “rosa”

 

cocarosa24oct

Era un semplice magazziniere in una ditta di legname. Ad Aarau Karl Miguel Fernandez Salcedo, aveva ricostruito la sua vita. Viveva da tempo con la sua famiglia tra i verdi prati del canton Argovia. Ma per l’Italia era latitante.

Sì perché il 36enne cittadino della Repubblica Dominicana è stato condannato lo scorso 6 febbraio a 8 anni e 8 mesi per traffico internazionale di stupefacenti. Lui secondo la giustizia italiana che lo segue da anni è stato uno dei referenti europei sino alla fine del 2007 del cartello di Santo Domingo comandato dai fratelli Jorge Luis e Joselin Tineo Camilo. Importanti narcotrafficanti che importano cocaina color “rosa” corallo dalla Bolivia via Spagna.

 

La droga color corallo

L’indagine nata a Varese nel 2009 parla di 250-300 chili per spedizione della sostanza stupefacente molto ricercata in quegli anni e pagata oltre 150 franchi al grammo.

Veniva smistata in Italia, Olanda e anche Svizzera. Questo grazie alla complicità dei luogotenenti trapiantati nel Vecchio Continente. Uno era appunto Fernandez Salcedo, che, secondo l’indagine, faceva un po’ di tutto: trattava il prezzo con gli acquirenti finali, si occupava di un appartamento-magazzino per stoccare la droga e consegnava persino le dosi ai clienti eccellenti piuttosto che agli assaggiatori per future forniture.

Un quadro accusatorio confermato dai tre gradi di giudizio, come sintetizzato nel verdetto della Cassazione: «Quanto al ruolo concretamente svolto dall’imputato nell’organismo criminale in questione – si legge nel dispositivo pubblicato il 23 febbraio – la Corte, unitamente alla motivazione della sentenza di primo grado, ha sottolineato come il ricorrente avesse svolto non solo il ruolo di trasportatore della sostanza stupefacente ma anche quello di colui che spediva il denaro che serviva per pagare i corrieri».

 

Indagine anche in Svizzera

Dopo la sentenza in via definitiva è scattato l’arresto. Secondo l’Ufficio federale di giustizia il 36enne “si trova in detenzione nell’ambito d’una inchiesta svizzera dal 7 maggio 2018.”

L’uomo che era anche iscritto nella banca dati SIS per traffico illecito di stupefacenti. L’UFG – fa sapere inoltre – che ha invitato le autorità italiane a trasmettere una domanda formale di estradizione nei suoi confronti. “Attualmente conclude l’UFG – l’inchiesta svizzera ha per principio la priorità”. Il 36enne che era latitante da quanto scattò l’inchiesta nel 2009, è ora detenuto nel carcere di Lenzburg.

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