I misteri del deep web: la rete “sommersa”

Nel deep web, o anche web nascosto, puoi comprare di tutto: dalle armi, alla droga e anche assoldare un killer. Il tutto con un click e senza lasciare traccia. Sempre più utilizzato da organizzazioni criminali mafiose o terroristiche, ma anche da semplici cittadini. Il killer di Monaco ha comprato la sua pistola in un sito criptato. Ora anche l’antimafia italiana lancia l’allarme.

S T E P S (2)

La parola nuova è deep web, internet nascosto, la rete parallela. In sostanza si tratta di pagine online non indicizzate da Google e dai motori di ricerca. Uno spazio pressoché infinito oltre al web in cui tutti navighiamo liberamente e alla luce del sole. Secondo alcuni esperti questo è però soltanto un granello nel deserto, la punta dell’iceberg di un mondo più vasto chiamato anche dark web, il luogo dove la navigazione è criptata e la propria identità virtuale è anonimizzata. Secondo alcune stime il web “canonico” rappresenta solo la minima parte della vastità della rete, la quale sarebbe ben 400 volte più grande. Attualmente sono 500 milioni i domini registrati su internet, senza contare le pagine secondarie e i siti morti. Secondo alcune stime il clear web rappresenta lo 0,02 percento della totalità dei dati presenti su internet. Quando cerchiamo su google non otteniamo nemmeno lontanamente la metà di quello che esiste realmente.

Ma come entrare? Nel web “sommerso” si accede solo attraverso software speciali, un utente deve utilizzare link diretti, spesso terminanti con .onion, i navigatori cercano di occultare la propria identità con programmi come Tor (The Onion Router) I2P e Freenet. Tramite l’utilizzo di questi browser (equiparabili a firefox o chrome) è molto più difficile tracciare l’attività Internet dell’utente. Esso garantisce infatti l’anonimato assoluto perché trasforma ogni Pc a lui connesso – tramite server di utenti gestiti da volontari – in un nodo su cui rimbalza la connessione. Tracciare la provenienza del collegamento dunque risulta molto difficile.

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Sotto una prima superficie, dove si trova il deep web, si va sempre più a fondo nel dark net, a cui si accede con questi software speciali. Un terreno fertile per mafie e terrorismo. È possibile infatti comprare armi, droga o anche assoldare un killer. Basta qualche click e un po’ di fortuna e il gioco è fatto. All’interno del deep web esistono veri e propri siti come amazon, chiamati charter web, una sorta di mercato nero dove si trova di tutto anche passaporti, filmati pornografici e pedo-pornografici. Uno dei più famosi era Silk Road chiuso dal FBI nel 2013. Il fondatore, sotto lo pseudonimo di Dread Pirate Roberts venne arrestato e condannato all’ergastolo per i reati di associazione a delinquere, frode informatica, distribuzione di false identità, riciclaggio di denaro, traffico di droga, traffico di droga su internet e cospirazione per trafficare droga. Ross Ulbricht – questo il suo vero nome – era stato arrestato grazie ad agenti FBI sotto copertura infiltrati nella sua piattaforma, e aveva in seguito confessato dichiarandosi pentito delle conseguenze delle sue azioni. Silk Road è poi rinato come Silk Road 2.0, specializzato in droghe. Acquistare una Glock, a salve poi da riconvertire, con il numero di serie limato come ha fatto il killer di Monaco per 50 euro sulla darknet è dunque facile. Quasi come acquistare droga. «Per averla bastano 10 giorni e sono sufficienti 450-500 dollari». Anche i terroristi dell’Isis lo usano per caricare i loro materiali di propaganda che poi vengono diffusi attraverso chat e social network. Ora anche la DIA di Reggio Calabria e quella di Palermo lanciano l’allarme. Come spiega la relazione semestrale “la criminalità organizzata calabrese cerca di consolidare la sua presenza all’estero e mira ad espandersi proprio tramite il deep web e i canali di comunicazione non convenzionali”. “Oltre che per la pianificazione e realizzazione di traffici illeciti transnazionali – si legge – questi canali potrebbero rappresentare lo strumento relazionale chiave tra le ‘ndrine che insistono sul territorio nazionale e le propaggini internazionali delle cosche e delle altre organizzazioni mafiose, assieme alle quali avviare nuovi business criminali”.

Anch’io ho voluto provare a diventare un “criminale” nel web “sommerso” ed è bastato poco. Sul mio pc scarico il software TOR, che mi rende anonimo, mi registro con un servizio mail inventato. Attraverso una hidden wiki, una pagina dove si trovano link divisi per categorie, faccio le mie ricerche. Scelgo quello che mi conviene. Provo un sito di compravendita tipo Amazon, ma questo però è un mercato dove tutto è possibile anche l’illecito. Subito è possibile iniziare a fare acquisti pagando con il Bitcoin, la moneta virtuale.  Mi registro e nella home trovo di tutto. Dalla cocaina, alle pasticche di extasy, sino all’hashish afghana a poco prezzo. Trovo anche lo Xanax. Qui il venditore raccomanda di usare la testa. Sono più di mille le droghe disponibili. Fingo di comprare delle anfetamine e il sito mi chiede subito i bitcoin da versare. Per 100 grammi dovrò sborsare 200 euro circa con tanto di possibilità di consegna in 10 giorni in un pacco anonimo. Per ogni transazione andata a buon fine i server creano centinaia di operazioni false in modo che risalire a compratore e venditore è impossibile. Facendo un altro giro posso anche comprare documenti falsi o anche patenti rubate negli Stati Uniti, piuttosto che in Inghilterra. Qui si raccomanda di usare foto di buona qualità. Posso trovare anche siti dove riciclo il denaro o siti dediti al phishing di carte di credito. Posso anche comprare soldi falsi. Ma anche manuali e tutorial per creare bombe o fare un attentato terroristico. Oppure per 5’000 euro posso incaricare un sicario che opera in tutta Europa. Molti di questi siti però vengono cancellati dalle autorità oppure sono falsi ad opera di hacker, ad esempio quello che mi vuole vendere schiavi a pagamento. Dunque bisogna sempre stare in allerta. Se ci si addentra oltre si può fino arrivare ai bassi fondi del Dark web con siti pornografici o pedo-pornografici.

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Nel deep web dunque è tutto possibile, ma come dice la giornalista della Stampa esperta di questo tipo di fenomeni, Carola Frediani, il livello di attenzione suscitato anche dai recenti attacchi terroristici e una serie di arresti di compratori d’armi nelle darknet, avvenuti nei mesi scorsi fra Usa e Gran Bretagna, ha addirittura portato alcuni siti a disfarsi di questo tipo di vendite. Se trovare una pistola Dark Web non è difficile – spiega nel Frediani – comprarle agevolmente è un’altra storia. Le ragioni sono tre. La prima è il rischio di frodi: ancora si parla di un venditore che dopo aver intascato i soldi spediva un sacco di sale. La seconda è la spedizione: dove ti fai arrivare i pacchi? Un conto impacchettare, inviare e mimetizzare per posta un po’ di erba o Lsd, un conto far arrivare un fucile automatico. In genere in questi casi le armi sono inviate a pezzi, ma il rischio che siano intercettate è alto. La terza è il rischio di infiltrazione. Come dice il re degli aforismi Fabrizio Caramagna “Alcuni luoghi sono un enigma. Altri una spiegazione”. Il deep web rimane certamente un mistero.

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