Il mercato delle sostanze illecite frutta 580 miliardi di franchi l’anno nel mondo. La Svizzera non fa eccezione. Molti i gruppi criminali attivi: negli ultimi tempi primeggiano gli albanesi che hanno il monopolio dell’eroina e gestiscono lo spaccio di marijuana dai Balcani. I nigeriani invece, attivi soprattutto con la cocaina, sono radicati in Svizzera romanda. Chiusa la tratta dei migranti aperta quella della droga. Radiografia dei traffici nel nostro paese.
Un camion di carta igienica: dalla “capitale” europea della Marijuana alla Svizzera.

Dal promontorio di Lazarat non si vede il mare, ma nei giorni limpidi si può vedere la frontiera con la Grecia. Lazarat è un piccolo comune situato nel distretto dell’Argirocastro a 240 chilometri da Tirana, nel sud dell’Albania. Ci abitano poco più di 2’500 persone. Per caratteristiche morfologiche potrebbe somigliare a Moudon o Palézieux. Fino agli anni ’80 era un minuscolo e povero villaggio rurale, ma poi qualcosa è cambiato. Due anni fa è balzato agli onori della cronaca per la sua specialità: la coltivazione di marijuana. Dagli anni ’90 in quel villaggio la coltivano tutti: nonni, nipoti, donne e massaie. In ogni prato, in ogni via, in ogni luogo si trovano piante di canapa. Secondo i dati della polizia italiana, si producono circa 900 tonnellate di cannabis all’anno, per un valore di 4,5 miliardi di euro, pari a quasi la metà dell’intero prodotto interno lordo del Paese. La droga parte via mare per l’Italia o via camion dalla rotta balcanica ed inonda il resto d’Europa. Dopo anni di indagini le piantagioni erano state fotografate e le autorità albanesi si erano impegnate a eliminarle. Nel giugno del 2014 parte così l’assedio delle forze di polizia ai narcotrafficanti albanesi. Ottocento agenti dei reparti speciali sono scesi in campo e dopo tre giorni di guerriglia a suon di Kalashnikov hanno inferto un duro colpo all’organizzazione: 56 all’epoca gli arresti. Nell’operazione erano state sequestrate 26 tonnellate di marijuana e distrutte 90.000 piantine. Ma è davvero finita qui la storia criminale di Lazarat? “Sarebbe ingenuo pensarlo” – spiega un giornalista di Tirana a la Stampa – “la produzione è stata ferma per un periodo, ma intanto i magazzini segreti sono rimasti pieni di droga da smerciare”. Proprio nel mese di aprile a Batrovci, un piccolo comune tra Serbia e Croazia, viene scoperto dalle forze dell’ordine un camion sospetto. Era colmo di marijuana celata tra mobili e carta igienica. In tutto sono stati sequestrati 63 chili della sostanza, due albanesi sono finiti in manette. Secondo le autorità era diretto proprio in Svizzera. La Fedpol ha confermato “i sequestri effettuati nei Paesi balcanici dimostrano che la marijuana albanese si trova in tutta l’Europa centrale ed occidentale. Gran parte dell’erba venduta in Svizzera è stata coltivata in Albania”. In un anno si stimano che si consumino dalle 40 alle 60 tonnellate nel nostro paese. “Sapendo che ogni grammo di erba costa in media 10 franchi, il mercato della cannabis ha un valore tra i 400 e i 600 milioni l’anno”, ha sottolineato al settimanale il Caffè Pierre Esseiva, docente responsabile di una ricerca sulle droghe all’Università di Losanna.

Il monopolio dell’eroina parla albanese
I gruppi criminali albanesi hanno anche un’altra “specializzazione”: l’eroina. Sono loro i “padroni” dello spaccio della sostanza in Svizzera. La conferma ci giunge dal Commissario capo dell’antidroga ticinese Stefano Mayor “Gli albanesi hanno il monopolio del mercato dell’eroina in Svizzera italiana e anche nel resto del paese”. L’ultimo arresto risale allo scorso 8 giugno, un cittadino albanese è stato sorpreso con la droga che voleva contrabbandare in Svizzera attraverso il valico autostradale di Basilea-Weil am Rhein. Un altro importante sequestro risale al 21 aprile scorso, quando su un treno a Rivera, a nord di Lugano, le Guardie di Confine hanno fermato un 27enne albanese con addosso 120 grammi di eroina destinata al mercato elvetico. In tutto sono oltre venti, gli spacciatori albanesi fermati dalle forze dell’ordine nell’ambito d’inchieste mirate nel 2015 (in totale sono stati sequestrati 3.4 chili di eroina nel solo Ticino). “Dopo i turchi negli anni ’90, hanno preso il controllo dello spaccio e del trasporto in Europa e in Svizzera i gruppi criminali albanesi”, ci spiega ancora Mayor. Secondo le ultime stime dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e della prevenzione del crimine (UNODC), ogni anno, il giro d’affari internazionale dell’eroina si aggira attorno ai 55 miliardi di dollari. L’Afghanistan produce circa 340 tonnellate (il 95% della sostanza nel mondo), molta di più rispetto ai più diretti concorrenti: Messico (che ne produce 23,5) e Birmania (45) “Circa un terzo dell’eroina prodotta in Afghanistan viene portata in Europa attraverso la rotta balcanica, mentre un quarto passa dall’Asia Centrale e dalla Russia, seguendo la rotta settentrionale,” spiega il rapporto dell’UNODC.
La Nigeria a Losanna
Oltre alle organizzazioni albanesi, ad essere attivi soprattutto nella Svizzera romanda (ma anche a Zurigo e Lucerna) sono i gruppi nigeriani e più in generale dell’Africa occidentale. Questi oltre alla tratta dei migranti e al controllo della prostituzione, sono dediti allo spaccio di cocaina e cannabis. Lo testimonia una vasta operazione antidroga andata in scena a Losanna a inizio maggio. Centotrenta gli agenti che hanno letteralmente assaltato un locale pubblico in Avenue de Morges. Era la base logistica di un gruppo criminale africano. In tutto sono state controllate 60 persone, 12 sono state arrestate e 10 denunciate per infrazione alla legge sugli stranieri. Nell’intervento durato sei ore sono state sequestrate quantità di cocaina e cannabis, e materiale per scommesse clandestine. Questo il più grosso colpo ai gruppi criminali nigeriani inferto nel Canton Vaud. Sempre secondo i dati dell’UNODC tra il 2004 e il 2007, sono emerse almeno due diverse rotte nell’Africa occidentale: una in Guinea e Guinea-Bissau, un’altra sul Golfo del Benin, che si estende dal Ghana alla Nigeria. I trafficanti colombiani trasportano cocaina a bordo della ‘nave madre’ fino alle coste dell’Africa occidentale, prima di scaricarla su imbarcazioni più piccole. Una parte della cocaina prosegue il proprio viaggio via mare fino in Spagna e in Portogallo per poi finire in tutta Europa.

La maggior parte della cocaina infatti arriva dal Sud America. Le stime ufficiali, dicono che la produzione è tuttavia diminuita negli ultimi anni, a scapito del boom dell’eroina sempre più a buon mercato. Come maggiore produttore di polvere bianca si posiziona il Perù (con 50 tonnellate l’anno) davanti alla Bolivia (20) e la Colombia (47). Proprio la terra natìa di Pablo Escobar sembra però aver riconquistato la supremazia in questo mercato specifico, avendo aumentato la produzione del 44 per cento nel corso del 2015. La droga dall’America latina viene trasportata in Europa per lo più via nave attraccando nei porti di Rotterdam o Anversa. Dall’Olanda o dal Belgio poi arriva in Svizzera via camion o treno, nonché, se in piccole quantità, via macchina con i cosiddetti “corrieri” o “muli”, piccoli spacciatori al soldo delle organizzazioni. Dei porti importanti sono anche quelli di Gioia Tauro e Genova controllati prevalentemente dalla ‘ndrangheta e dalle organizzazioni mafiose italiane. Come “hub” fondamentale c’è anche la Spagna dove arriva per lo più via aereo dall’Argentina, dal Venezuela, e dal Brasile, da qui la coca si disperde per il tutto il Continente. Vari arresti di trafficanti hanno fatto inoltre concludere alla Fedpol che un altro “hub” importante è l’aeroporto di Douala nel Camerun che funge da punto di transito.
Recentemente l’ex direttore dell’UNODC, Antonio Maria Costa, ha affermato che nel 2009 ben 325 miliardi di euro provenienti dal narcotraffico sarebbero stati impiegati per fronteggiare problemi di liquidità del sistema bancario europeo, specie delle grandi banche inglesi, svizzere e italiane vicine al tracollo dopo il fallimento di Lehman Brothers. Il Commissario europeo agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, presentando il 31 maggio scorso a Lisbona la relazione europea sulla droga 2016 ha affermato che “il problema delle sostanze illecite in Europa, non sta per nulla diminuendo, anzi!”. Il giro di affari della droga nel mondo è calcolato attorno ai 580 miliardi di franchi. In tutto il globo sono 250 milioni le persone che assumono droghe almeno una volta l’anno, 25 milioni i tossicodipendenti. In Svizzera un terzo dei cittadini ha già provato la cannabis, e in 500 mila nel 2014 l’hanno consumata almeno una volta. La Relazione europea sulla droga 2016 conferma inoltre che l’ecstasy è tornata ad essere uno degli stimolanti preferiti dai festaioli di tutta Europa, Svizzera inclusa. Il mercato delle sostanze stupefacenti è dunque sempre più florido. Se da un lato si chiude la rotta dei Balcani per i migranti, dall’altro la via che fu dalla seta descritta da Marco Polo è ben aperta. Ora è la via della droga, quantità immense di droga.

(articolo apparso su La Cité, luglio)